Pagina:Boccaccio, Giovanni – Il comento alla Divina Commedia e gli altri scritti intorno a Dante, Vol. II, 1918 – BEIC 1759042.djvu/200

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e lasciava guardiano dentro della entrar porta chi voleva, di quello; ma uscirne in questa alcun guisa, non che lasciava. esso vizio Ma qui, della come gola, detto al quale è, l’autore intendimento discrive assai per lui bene questo si conforma dannoso l’etimologia del nome. Vuole, secondo che piace ad alcuni, tanto dir «Cerbero», quanto «creon vorans», cioè «divorator di carne»; intorno alla qual cosa, come piú volte è detto di sopra, in gran parte consiste il vizio della gola; e per ciò in questo dimonio piú che in alcun altro il figura, perché egli è detto «cane», percioché ogni cane naturalmente è guloso, né n’è alcuno che se troverá da mangiare cosa che gli piaccia, che non mangi tanto che gli convien venire al vomito, come di sopra è detto spesse volte fare i gulosi.

Per le tre gole canine di questo cane intende l’autore le tre spezie de’ghiotti poco davanti disegnate; e inquanto dice questo demonio caninamente latrare, vuole esprimere l’uno de’ due costumi, o amenduni de’ gulosi. Sono i gulosi generalmente tutti gran favellatori, e ’l piú in male, e massimamente quando sono ripieni: il quale atto veramente si può dire «latrar canino», in quanto non espediscon bene le parole, per la lingua ingrossata per lo cibo, e ancora perché alquanto rochi sono per lo meato della voce, il piú delle volte impedito da troppa umiditá; e, oltre a ciò, percioché i cani, se non è o per esser battuti, o perché veggion cosa che non par loro amica, non latran mai; il che avviene spesse volte de’gulosi, li quali come sentono o che impedimento sopravvegna, o che veggano per caso diminuire quello che essi aspettavano di mangiare, incontanente mormorano e latrano. E, oltre a questo, sono i gulosi grandi agognatori: e, come il cane guarda sempre piú all’osso che rode il compagno che a quello che esso medesimo divora, cosi i gulosi tengono non meno gli occhi a’ ghiotti bocconi che mangia il compagno, o a quegli che sopra i taglieri rimangono, che a quello il quale ha in bocca: e cosí sono addomandatori e ordinatori di mangee e divisatori di quelle. E in quanto dice questo dimonio aver gli occhi vermigli, vuol s’intenda un degli effetti della gola ne’golosi, a’quali,