Pagina:Boccaccio, Giovanni – Il comento alla Divina Commedia e gli altri scritti intorno a Dante, Vol. II, 1918 – BEIC 1759042.djvu/230

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L’anime di color cui vinse l’ira», mentre vissero in questa vita; «Ed anco vo’ che tu per certo credi Che sotto l’acqua», di questa padule, «ha gente che sospira», cioè che si duole, «E», sospirando, «fanno pullular quest’acqua al summo». Noi diciamo nell’acqua «pullulare» quelle gallozzole o bollori, li quali noi veggiamo fare all’acqua, o per aere che vi sia sotto racchiusa e esca fuori, o per acqua che di sotterra vi surga. «Come l’occhio», cioè il viso, «ti dice u’ che s’aggira»; e cosi mostra in queste parole la padule esser piena di questi bollori, e per conseguente dovere esser molta la gente, la quale sotto l’acqua sospirava o si doleva. «Fitti nel limo». «Limo» è quella spezie di terra, la qual suole lasciare alle rive de’ fiumi l’acqua torbida, quando il fiume viene scemando, la qual noi volgarmente chiamiamo «belletta»; e di questa maniera sono quasi tutti i fondi de’ paduli. Dice adunque che in questa belletta nel fondo del padule sono fitti i peccatori, li quali «dicon; — Tristi fummo, Nell’aer dolce, che del sol s’allegra», cioè si fa bella e chiara, «Portando dentro», nel petto nostro, «accidioso fummo», cioè il vizio dell’accidia, il qual tiene gli uomini cosí intenebrati e oscuri come il fummo tiene quelle parti nelle quali egli si ravvolge. Poi segue: e percioché noi fummo tristi nell’aer dolce, qui «Or ci attristiam», cioè piagnamo e dogliamci «nella belletta negra», — in quel fango di quella padule, l’acqua della quale ha di sopra mostrata esser nera; e perciò conviene che la belletta sia nera altresi, in quanto ella suole sempre avere il color dell’acqua sotto la quale ella sta e che la mena. «Quest’inno». Gl’«inni» son parole composte di certe spezie di versi, e contengono in sé le laude divine, si come appare nello Innario „ il quale compose san Gregorio, e che la Chiesa di Dio canta ne’suoi uffici; ma in questa parte scrive l’autore il vocabolo, ma non l’effetto di quello, percioché dove l’inno contiene la divina laude propriamente, quello che questi peccatori, piangendo e dolendosi, dicono in modo d’inno, contiene la lor miseria e la lor pena. «Si gorgoglian nella strozza». La «strozza» chiamiam noi quella canna la qual muove dal