Pagina:Boccaccio, Giovanni – Il comento alla Divina Commedia e gli altri scritti intorno a Dante, Vol. II, 1918 – BEIC 1759042.djvu/238

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per lui significare tre spezie d’avarizia. Ma io non voglio che di questo alcuno prenda ammirazione, percioché la divina Scrittura è tutta piena di simili cose, cioè che una medesima cosa ha non solamente uno, ma due e tre e quattro sentimenti, secondo che la varietá, del luogo, dove si truova, richiede: la qual cosa accioché voi per manifesto esemplo veggiate, mi piace per alcuna figura, e per la varietá de’ sensi di quella mostrarvelo.] [Leggesi nel Genesi che il serpente venne ad Èva, e confortolla che assaggiasse del cibo il quale l’era stato comandato che ella non assaggiasse: perciò questo serpente doversi intendere il nemico della umana generazione, tutti i santi uomini e dottori della Chiesa s’accordano. Similmente scrive san Giovanni ne\V Apocalissi che fu fatta una battaglia in cielo, come nell’esposizione litterale fu detto, nella quale san Michele arcangelo uccise il serpente: e per questo serpente similmente s’intende, per tutti, il nemico nostro antico. Per che potete vedere per gli esempli posti, per lo serpente indendersi il diavolo. Ma in altra parte si legge nella Scrittura che, essendo il popolo d’Israel venuto, dietro alla guida di Moisé, in parte del diserto piena di serpenti, e che questi serpenti trafiggevano e molestavano forte il popolo, e non solamente gli offendevano d’infermitá, ma egli ve ne morivano per le trafitte velenose: la qual cosa come Moisé senti, per comandamento di Dio fece un serpente di rame, e, dirizzata nel mezzo del popolo una colonna, vel pose suso, e comandò che qualunque del popolo trafitto fosse, incontanente che trafitto fosse, mostrasse quella puntura o quella piaga, che dal serpente avesse ricevuta, a questo serpente da lui elevato, ed egli sarebbe guerito; e cosi avveniva. Intendesi in questa parte questo serpente elevato esser Cristo, il quale, nel mezzo del popolo ebraico elevato in su la colonna della croce, sanò e sana tutte le piaghe delle colpe nostre, per li conforti e per le tentazioni de’ serpenti, cioè de’nemici nostri, fatte nelle nostre anime: le quali come noi le mostriamo a questo serpente elevato, cioè a Cristo, per la contrizione e per la satisfazione, incontanente siamo per la