Pagina:Boccaccio, Giovanni – Il comento alla Divina Commedia e gli altri scritti intorno a Dante, Vol. II, 1918 – BEIC 1759042.djvu/249

Da Wikisource.

useranno ancora maravigliosa sollecitudine, non dico nelle sale o nelle camere, ma nelle stalle e ne’ cellieri, in far le mangiatoie intarsiate, i sedili iscorniciati, e gli altri vasi a questi luoghi opportuni cosí esquisiti, come se negli occhi sempre aver gli dovessero e al lor proprio uso adoperargli. Peccasi ancora nel dove i doni e le spese smisuratamente si fanno, cioè in cui e in quanto: le piú delle volte a ghiottoni, a lusinghieri, a ruffiani, a buffoni, a fem mi nette di disonesta vita e di vilissima condizione si faranno doni magnificili, li quali sarebbono ad eccellentissimi uomini accettevoli; apparecchierannosi loro cavalcature, farannosi letti e scalderannosi i bagni non altramenti che se nobili e segnalati uomini dovessero pervenirvi: e, se per avventura un valente uomo capitasse alle case di questi cotali gittatori, con tristo viso, con leggieri spese malvolentieri ricevuto vi fia. Ora in queste e in simili cose consiste il vizio della prodigalitá e il prodigo gitta via il suo. [Lez. xxxi] È, oltre a questo, il prodigo in parte simile all’avaro, in quanto esso disidera, e con ardente sollecitudine, d’acquistare; e in ciò posta giuso ogni coscienza, ogni onestá e dovere, non cura come né donde si venga l’acquisto: perche talvolta commette baratterie, frodi e inganni e violenze; ma noi fa al fine che l’avaro, cioè per adunare, ma per aver piú che gittar via. E se alcuni sono in questo vizio oltre ad ogni misura peccatori, sono i cherici, cioè i gran prelati, percioché essi il piú, senza avere alcun riguardo a Dio, né al popolo loro commesso, o alla qualitá di colui in cui conferiscono, concedono, anzi gittano gli arcivescovadi, i vescovadi, le badie e l’altre prelature e benefici di santa Chiesa ad idioti, ebriachi, manicatori, furiosi, d’ogni scelleratezza viziosi e cattivi uomini: di che il popolo cristiano non solamente non è all’opportunitá sovvenuto, ma dalle miserie e cattivitá di cosí fatti pastori son trasviati allo ’nferno, dietro al malo esempio.

Piace, oltre alle dette cose, ad Aristotile, questo vizio della prodigalitá essere assai men dannevole che quello dell’avarizia, percioché, non ostante che dell’avarizia né l’avaro né alcun altro abbia alcun bene, dove della prodigalitá pur n’hanno bene