Pagina:Boccaccio, Giovanni – Il comento alla Divina Commedia e gli altri scritti intorno a Dante, Vol. II, 1918 – BEIC 1759042.djvu/263

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da’una villa, da una oziositá di mente, per le quali esso senza turbarsi sostiene le ’ngiurie? Se ciò avvenisse per umiltá, o per essere obbediente a’ comandamenti di Dio, come molti santi uomini hanno giá fatto, non potrebbe però senza alcuna perturbazion d’animo essere avvenuto; percioché non può vittoria seguire, dove il nemico non è comparito, e dove battaglia non è stata; e noi diciamo i santi uomini essere stati vittoriosi nelle passioni. Turbasi adunque il santo e savio uomo, quante volte vede o ode in sé o in altrui dire o operare quello, che né dire né operare si convenga; ma prima ch’egli lasci tanto avanti la perturbazion procedere, che ad atto di peccato potesse pervenire, con umiltá e con buona pazienza vince la turbazione, e di questa vittoria merita. Ma l’accidioso non è cosí; percioché non per virtú, ma per cattivitá è paziente, e tutto dimessosi per la viltá dell’animo suo all’ozio, in tutti i suoi pensieri, in tutte le sue meditazioni s’attrista, ognora divenendo piú vile, intanto che la sua vita, quasi non fosse vivo, trapassa; e in essa dolorosa non è cosa alcuna, quantunque menoma, la quale esso s’attenti di cominciare; e, se pur tanto lo ’nfesta la necessitá che egli alcuna ne cominci, nel cominciamento medesimo invilisce, si che, le piú volte intralasciatala, non la conduce alla fine. Il tempo freddo il rattrappa, il caldo il dissolve, il giorno gli è noioso e la notte grave; ciascheduna ora, e in qualunque stagione, ha in sé, al giudicio del pigro, alcuno impedimento intorno alle cose che occorrono da fare, e cosí il tempo nuvolo e ’l sereno. La cura familiare sempre gli peggiora tra le mani; non visita, non sollecita le possession sue, non i lavorator di quelle, non i servi, e Tessergli di quelle i frutti diminuiti non se ne cura per tracutanza. Alle publiche cose non ardirebbe di salire, alle quali se pur sospinto fosse per li meriti d’alcun suo, come uno addormentato si starebbe in quelle; il letto, le notti lunghissime e i sonni, non piú corti che quelle, gli sono graziosissimo e disiderabile bene; la solitudine, le tenebre e il silenzio prepone ad ogni dilettevole compagnia. [Ma, posponendo gli atti morali e alquanto parlando degli spirituali, non visita gl’infermi, non visita gl’incarcerati, non