Pagina:Boccaccio, Giovanni – Il comento alla Divina Commedia e gli altri scritti intorno a Dante, Vol. II, 1918 – BEIC 1759042.djvu/264

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sovviene di consiglio a’ bisognosi, non visita la chiesa, non onora il corpo di Cristo per non trarsi il cappuccio, all’usanza di Fiandra, non si confessa a’ tempi, non prende i sacramenti, non dispone né i fatti dell’anima né quegli del corpo.] Ma a che molte parole? L’uomo si potrebbe stendere assai, volendo pienamente raccontare ogni parte di questa miseria; ma, percioché disutile è la materia, in poche conchiudendo le molte parole, dico che la vita dell’accidioso è, quanto piú può, simigliarne alla morte. È nondimeno questo vizio origine e cagione di molti mali: di costui nasce non solamente povertá, ma indigenzia e miseria, nella quale rognoso, scabbioso, bolso, malinconico e pannoso si diviene; nasce ancor da costui afflizion d’animo, odio di se medesimo e rincrescimento di vita; nascene ignoranza di Dio, vilipension di virtú, perdimento di fama e moltitudine di pensier vani; tiepidezza di spirito, prolungazion d’opere e fastidio generai d’ogni bene; e ultimamente, dopo la trista vita, eterna perdizion dell’anima.

E percioché tutti gli atti di coloro, li quali sono da questo vizio occupati, sono freddi, torpenti e rimessi, e, in quanto possono, nascosi e occulti, gli fa assai convenientemente l’autore stare nascosi e riposti, senza potere esser veduti, nel fangoso fondo della misera palude bogliente, nera e nebolosa; e in quella gorgogliare con la gola piena del fastidio di quella, e piagnere e senza prò dolersi della vita trista e nigligente, la qual menarono. Volendo per questo s’intenda primieramente, per lo calor della padule, il calor della divina ira, il quale, si come contrario alla freddezza del lor peccato, gli tormenta e punisce in gravissimo e intollerabile dolore. E per l’essere la palude nera, vuol s’intenda la tenebrosa lor vita, e la oscuritá delle loro opere, delle quali mai luce alcuna non apparve. E per questo ancora vuole loro stare tuffati, sotterrati e occulti sotto Tonde, accioché si comprenda loro nella presente vita non essere per alcuna loro operazione stati conosciuti. L’essere la padule nebulosa, o fumosa che vogliam dire, è a dimostrare la caligine della ignoranza, della quale furono offuscati gli occhi