Pagina:Boccaccio, Giovanni – Il comento alla Divina Commedia e gli altri scritti intorno a Dante, Vol. III, 1918 – BEIC 1759627.djvu/128

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si riferisce alla violenza, la quale i potenti uomini fanno nelle sustanze e nel sangue del prossimo, le quali essi tante volte divorano con denti leonini o d’altro feroce animale, quante le rubano, ardono o guastano o uccidono ingiustamente: le quali cose quantunque molti altri facciano, ferocissimamente adoperano i tiranni. L’altro costume di questa bestia dissi ch’era Tesser crudelissimo: il qual costume mirabilmente si conforma con coloro che usano violenza nelle proprie cose e nelle loro persone, percioché, come assai manifestamente si vede, quantunque crudel cosa sia l’uccidere e il rubare altrui, quasi dir si puote esser niente per rispetto a ciò ch’è il confonder le cose proprie e all’uccidere se medesimo, percioché questo passa ogni crudeltá che usar si possa nelle cose mondane; e cosi per questo costume ne disegna l’autore in questo animale la seconda spezie de’ violenti. Il terzo costume di questa bestia dissi che fu Tesser fieramente furioso: e questo terzo costume s’appropria ottimamente alla colpa della terza spezie de’ violenti, li quali, in quanto possono, fanno ingiuria a Dio e alle sue cose, o bestemmiando lui, o contro alle naturali leggi o contro al buon costume dell’arte adoperando: e contro a Dio e contro alle sue cose non si commette senza furia, percioché la furia ha ad accecare ogni sano consiglio della mente e ad accenderla e renderla strabocchevole in ogni suo detto e fatto; e cosi per questo terzo costume ne disegna la terza spezie de’ violenti.] E, poiché la ragione ha mostrato all’autore la bestialitá e’ suoi effetti, ed ella discendendo gli mostra a qual pena dannati sieno quelli che nella prima spezie di violenza peccarono, cioè i tiranni e gli altri che furono micidiali e rubatori e arditori e guastatori delle cose del prossimo; e, si come nel testo è dimostrato, questi cotali violenti sono in un fiume di sangue boglientissimo, e, secondo il piú e ’l meno aver peccato, sono piú e men tuffati in questo sangue; e, oltre a ciò, accioché niuno non esca de’termini postigli dalla divina giustizia, vanno d’intorno a questo fiume centauri, con archi e con saette, i quali, incontanente che alcuno uscisse piú fuori del sangue che non si