Pagina:Boccaccio, Giovanni – Il comento alla Divina Commedia e gli altri scritti intorno a Dante, Vol. III, 1918 – BEIC 1759627.djvu/173

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«E quel medesmo, che si fu accorto Ch’io domandava il mio duca di lui, Gridò: — Qual io fu’ vivo, tal son morto». Possonsi per le predette parole, e ancora per le seguenti, comprendere quali sieno i costumi e l’animo dell’arrogante; e primieramente in quanto dice che giace «dispettoso e torto», segno di stizzoso e d’orgoglioso animo, e poi in ciò che egli non domandato rispose gridando: percioché sempre i presuntuosi prevengon colle risposte, senza esser chiamati, e, volendo mostrare sé non aver paura d’alcuno, per essere uditi parlan gridando; e, oltre a ciò, confessando le lor medesime colpe, estimano di commendarsi maravigliosamente. E perciò dice che egli è tal morto quale egli fu vivo, cioè che, come vivendo fu dispettatore e bestemmiatore della divina potenzia, senza curarla, cosi dice che, ancora che dannato sia e pruovi quanto sia grave il giudicio di Dio, s’è similmente orgoglioso, superbo e bestiale. E, per mostrare piú pienamente che cosi sia, segue: «Se Giove», cioè Iddio, secondo l’opinione erronea de’ gentili, «stanchi» cioè infino all’ultimo della lor forza fatichi, «i suoi fabbri, da cui», cioè da’ quali, «Crucciato prese la fólgore acuta, Onde l’ultimo di», della mia vita, «percosso fui»; percioché, come appresso si dirá, fu fulminato: «O s’egli stanchi gli altri», fabbri, «a muta, a muta», cioè facendogli, poi che alcuni stanchi ne fieno, fabbricar gli altri, e cosi que’ medesimi, poi che riposati fieno, né altro faccian che fólgori per ferirmi; «In Mongibello alla fucina regra», lá dove i fabbri di Giove fabbricano le fólgori, le quali Giove fulmina; ed, oltre a quegli, «Chiamando: — O buon Vulcano, aiuta, aiuta!», — a’ fabbri miei a far delle fólgori; «Siccom’el fece alla pugna di Fiegra», nella quale esso fulminò i giganti; «E me saetti di tutta sua forza», con tutte queste fólgori le quali avrá fatte fabbricare; «Non ne potrebbe aver vendetta allegra», — del dispettarlo, che io feci, essendo io vivo. [Ora a piú piena dichiarazion dare delle cose predette, è da sapere che, secondo le Azioni poetiche, come altra volta è stato detto, Giove fu re del cielo, e dicono che in luogo di reai verga egli portava nella destra mano una fólgore, la quale