Pagina:Boccaccio, Giovanni – Il comento alla Divina Commedia e gli altri scritti intorno a Dante, Vol. III, 1918 – BEIC 1759627.djvu/205

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vincitori, ne recarono due colonne di porfido vermiglio bellissimo, e porti, di tempio o della cittá che fossero, di legno, ma nobilissimamente lavorate: e di queste fecero due parti, che posero dall’una parte le porti e dall’altra le due colonne coperte di scarlatto, e diedero le prese a’ fiorentini, li quali, senza troppo avanti guardare, presono le colonne. Le quali venutene in Firenze, e spogliate di quella veste scarlatta, si trovarono essere rotte, come oggi le veggiamo davanti alla porta di San Giovanni. Or voglion dire alcuni che i pisani, essendo certi che i fiorentini prenderebbono le colonne, accioché essi non avesser netto cosi fatto guiderdone, quelle abbronzarono, e in quello abbronzare, quelle esser cosi scoppiate, e, accioché i fiorentini di ciò non s’accorgessono, le vestirono di scarlatto: e perciò, per questo poco accorgimento de’ fiorentini, esser loro stato allora imposto questo sopranome, cioè ciechi, il quale mai poi non ci cadde. Ma, quanto è a me, non va all’animo questa essere stata la cagione, né quale altra si sia potuta essere non so. Seguono, appresso, troppo pivi disonesti cognomi: e volesse Iddio che non si verificassero ne’ nostri costumi, piú che si verifichi il sopradetto!

Dice adunque: «Gente avara, invidiosa e superba». I fiorentini essere avarissimi appare ne’ lor processi. E, se ad altro non apparisse, appare al male osservare delle nostre leggi, le quali, ancora che con difficultá alcuna se ne ottenga, guardando ciascuno che il suo consentimento ha a prestare a confermazion di quella, non al comun bene, ma alla sua particularitá; se pur si ferma, adoperando la innata cupiditá, della quale tutti siam fieramente maculati, per li componitor medesimi di quella, con astuzie diaboliche, si truova via e modo che il suo valore diventa vano e frivolo, salvo se in alcuni men possenti non si stendesse. Appresso, ne’ publici offici si fa prima la ragion del guadagno che seguir ne dee a chi il prende, che della onorevole e leale esecuzion di quello. Lascio stare le rivenderie, le baratterie, le simonie e l’altre disonestá moventi da quella; e, perché troppo sarebbe lungo il ragionamento, dell’usure, delle falsitá, de’ tradimenti e di simili cose mi piace lasciare stare.