Pagina:Boccaccio, Giovanni – Il comento alla Divina Commedia e gli altri scritti intorno a Dante, Vol. III, 1918 – BEIC 1759627.djvu/218

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erano pervenuti. E comincia la seconda quivi: «Quando tre ombre»; la terza quivi: -«Alle lor grida»; la quarta quivi: «Ricominciar, come noi»; la quinta quivi: «S’io fossi»; la sesta quivi: — «Se lungamente»; la settima quivi: — «Se l’altre volte»; la ottava quivi: «Io il seguiva»; la nona quivi: «Io avea una».

Comincia adunque cosi: «Giá era il loco», al quale pervenuti eravamo, «ove s’udia il rimbombo Dell’acqua», cioè di quel fíumicello del quale ha detto di sopra; e chiamiam noi «rimbombo» quel suono, il quale rendono le valli, d’alcun suono che in esse si faccia; e questo rimbombo, perché l’acqua di quel fíumicello «cadea nell’altro giro», cioè nel cerchio ottavo dello ’nferno; il quale rimbombo, dice l’autore, era «Simile a quel che l’arnie fanno rombo», cioè era simile a quel rombo che l’arnie fanno, cioè gli alvei o i vasi ne’ quali le pecchie fanno li lor fiari, il quale è un suon confuso, che simigliare non si può ad alcun altro suono. «Quando tre ombre». Qui comincia la seconda parte di questo canto, nella qual, poi che l’autore ha discritto il luogo dove pervenuti erano, dice come Virgilio gl’impose che aspettasse tre ombre, le quali il venivan chiamando, e dice cosi: «Quando tre ombre insieme si partirò, Correndo», verso loro, «d’una turba», d’anime, «che passava», ivi vicino a loro, «Sotto la pioggia dell’aspro martiro», cioè di quelle fiamme. «Venian ver’ noi», correndo; «e ciascuna gridava: — Sostati tu, che all’abito ne sembri Essere alcun di nostra terra prava», — cioè di Firenze. E puossi in queste parole comprendere, in quanto dicono che «all’abito ne sembri», che quasi ciascuna cittá aveva un suo singular modo di vestire distinto e variato da quello delle circunvicine; percioché ancora non eravam divenuti inghilesi né tedeschi, come oggi agli abiti siamo. «Aimè! che piaghe», cotture, come hanno quegli che con le tenaglie roventi sono attanagliati, «vidi ne’ lor membri, Ricenti e vecchie, dalle fiamme accese», fatte. «Ancor men duol, pur ch’io me ne rimembri», cioè ricordi. Suole l’autore nelle parti precedenti sempre mostrarsi passionato, quando vede