Pagina:Boccaccio, Giovanni – Il comento alla Divina Commedia e gli altri scritti intorno a Dante, Vol. III, 1918 – BEIC 1759627.djvu/226

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in pericolo sará tormentato. Il savio uomo non può esser solo, percioché egli ha con seco tutti quegli che son buoni, o che mai furono; ed ha l’animo libero, il quale in quella parte che piú gli piace si trasporta, e lá dove egli non puote essere col corpo, lá va col pensiero; e, se egli non potrá aver copia d’uomini, egli parla con Domeneddio. Non è alcuna volta il savio men solo che quando egli è solo.] [Appresso, il menar moglie per aver figliuoli, o accioché ’l nome nostro non muoia, o perché noi abbiamo alla nostra vecchiezza alcuni aiuti e certi eredi, è stoltissima cosa. Che appartiene egli a noi, partendoci della presente vita, che un altro sia del nome nostro nominato? Conciosiacosaché ancora il figliuolo non rifá il vocabolo del padre, e innumerabili popoli sieno, li quali per quel medesimo modo sieno appellati. E che aiuti son della tua vecchiezza, nutricare in casa tua coloro li quali spesse volte prima di te muoiono, o sono di perversissimi costumi, o, quando pervenuti saranno alla matura etá, paia loro che tu muoia troppo tardi? Molto migliori e piú certi eredi son gli amici e i propinqui, li quali tu t’avrai eletti, che non son quegli li quali, o vogli tu o no, sarai costretto d’avere.] [Cosi adunque Teofrasto confortò il savio uomo a prender moglie. Per che assai manifestamente si può comprendere non sottomettersi a piccol pericolo colui il quale a tòr moglie si dispone: il che, oltre a ciò che da Teofrasto, possiam comprendere per l’esemplo del misero messer Iacopo Rusticucci, il quale, per la perversitá della sua, ne mostra essere incorso nella dannazion perpetua. Guardinsi adunque, e con gran circunspezione si pongan mente alle mani, coloro li quali a prenderne alcuna si dispongono, percioché rade volte s’abbatte l’uomo a Lucrezia e a Penelope o a simiglianti; percioché, secondo che io ho a molti giá udito dire, cosi come elle paiono il giorno nella via agnoli, cosi la notte nel letto son diavoli.] [Lez. lix] Poi séguita l’autore: «S’io fossi stato»; dove comincia la quinta parte del presente canto, nella quale, poi che ha dimostrato chi queste tre ombre sieno e ’l priego loro, dimostra quello che esso alle tre ombre dicesse. Dice adunque: «S’io