Pagina:Boccaccio, Giovanni – Il comento alla Divina Commedia e gli altri scritti intorno a Dante, Vol. III, 1918 – BEIC 1759627.djvu/238

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«Si cominciò», come detto è, «lo mio duca a parlarmi». Poi dice: «Ed accennolle», poi che cosi ebbe detto, «che venisse a proda», cioè sopra la riva del fiume, «Vicino al fin de’ passeggiati marmi». Pon qui la spezie per lo genere, cioè «marmi» per «pietre»: è il marmo, come noi veggiamo, una spezie di pietra bianchissima e forte. E dice «passeggiati marmi», percioché, passeggiando.eran venuti su per l’argine del fiume infin quivi; il qual argine ha di sopra dimostrato che era divenuto pietra: vuol dunque qui dire che Virgilio le fece cenno che ella venisse insino al luogo dove essi, passeggiando, erano pervenuti. «E quella sozza immagine di froda». Manifesta l’autore qui di che cosa questa fiera fosse immagine, e dice che era «di froda»: la qual froda che cosa sia si dimostrerá appresso. «Sen venne», per lo cenno fattole da Virgilio, «ed arrivò», cioè mise sopra la riva, «la testa e ’l busto», cioè il rimanente del corpo; «Ma’n su la riva non trasse la coda»; e cosi mostra che quella si rimanesse coperta nell’acqua. «La faccia sua», di questa fiera, «era faccia d’uom giusto, Tanto benigna», mansueta e piacevole, «avea di fuor la pelle», cioè l’apparenza; «E d’un serpente» era «tutto l’altro fusto», della persona di questa fiera. «Due branche», cioè due piedi artigliati, come veggiamo che a’ dragoni si dipingono, «avea pelose infin l’ascelle», cioè infino sotto le ditella; «Lo dosso e ’l petto ed amendue le coste», cioè tutto il corpo, fuor che la testa e ’l collo e la coda, «Dipinte avea», ornate, come naturalmente hanno molti animali. «di nodi», cioè di composti, li quali parevano nodi, «e di rotelle», di figure ritonde. «Con piú color sommesse e sopraposte», a variazion dell’ornamento, «Non fèr mai drappi tartari né turchi», li quali di ciò sono ottimi maestri, si come noi possiam manifestamente vedere ne’ drappi tartareschi, li quali veramente sono si artificiosamente tessuti, che non è alcun dipintore che col pennello gli sapesse fare simigliami, non che piú belli. Sono i tartari.