Pagina:Boccaccio, Giovanni – Il comento alla Divina Commedia e gli altri scritti intorno a Dante, Vol. III, 1918 – BEIC 1759627.djvu/93

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CANTO DECIMOSECONDO

I.

Senso letterale [ her. xliv] «Era lo loco, ove a scender la riva», ecc. Continuasi il presente canto al precedente assai evidentemente, percioché, avendogli mostrato Virgilio davanti la uni versai disposizione dello ’nferno, e sollecitandolo a continuare il cammino, e mostratogli il balzo lontano a loro smontarsi; qui ne dimostra come, a quello luogo pervenuti, qual fosse la qualitá del luogo, per lo quale a scendere aveano. E dividesi il presente canto in sei parti: nella prima, come detto è, dimostra la qualitá del luogo per lo quale aveano a scendere, e cui sopra quello trovassero; nella seconda pone come scendessero, e alcuna cosa che di quella scesa gli ragiona Virgilio; nella terza discrive come Virgilio gli mostrasse un fiume di sangue, e che gente d’intorno v’andasse; nella quarta mostra come Virgilio parlasse a’ centauri che ’l fiume circuivano, e fossenegli un conceduto per guida; nella quinta dice come, seguendo il centauro, esso dimostrasse loro le pene de’ tiranni e de’ rubatori; nella sesta e ultima come, avendo il centauro passato l’autore dall’altra parte del fiume, se ne tornasse indietro. La seconda comincia quivi: «Cosi prendemmo via»; la terza quivi: «Ma ficca gli occhi»; la quarta quivi: «Vedendoci calar»; la quinta quivi: «Noi ci movemmo»; la sesta e ultima quivi: «Poi si rivolse».