Pagina:Boccaccio - Decameron I.djvu/149

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novella ottava 145

donne, e per diverse cagioni piú in una che in altra; per che debitamente, dinanzi a giusto giudice, un medesimo peccato in diverse qualitá di persone non dée una medesima pena ricevere. E chi sarebbe colui che dicesse che non dovesse molto piú esser da riprendere un povero uomo o una povera femina a’ quali con la loro fatica convenisse guadagnare quello che per la vita loro lor bisognasse, se da amore stimolati fossero e quello seguissero, che una donna la quale fosse ricca ed oziosa ed a cui niuna cosa che a’ suoi disidèri piacesse, mancasse? Certo io non credo niuno. Per la quale ragione io estimo che grandissima parte di scusa debban fare le dette cose in servigio di colei che le possiede, se ella per ventura si lascia trascorrere ad amare: ed il rimanente debba fare l’avere eletto savio e valoroso amadore, se quella l’ha fatto che ama. Le quali cose, con ciò sia cosa che ammendune, secondo il mio parere, sieno in me, ed oltre a queste, piú altre le quali ad amare mi debbono inducere, sí come è la mia giovanezza e la lontananza del mio marito, ora convien che surgano in servigio di me alla difesa del mio focoso amore nel vostro cospetto; le quali se quel vi potranno che nella presenza de’ savi debbono potere, io vi priego che consiglio ed aiuto in quello che io vi domanderò mi porgiate. Egli è il vero che, per la lontananza di mio marito non potendo io agli stimoli della carne né alla forza d’amor contrastare, le quali sono di tanta potenza, che i fortissimi uomini, non che le tenere donne, hanno giá molte volte vinti e vincono tutto il giorno, essendo io negli agi e negli ozi ne’ quali voi mi vedete, a secondare li piaceri d’amore ed a divenire innamorata mi sono lasciata trascorrere: e come che tal cosa, se saputa fosse, io conosca non essere onesta, nondimeno, essendo e stando nascosa, quasi di niuna cosa essere disonesta la giudichi, pur m’è di tanto Amore stato grazioso, che egli non solamente non m’ha il debito conoscimento tolto nell’elegger l’amante, ma me n’ha molto in ciò prestato, voi degno mostrandomi da dovere da una donna fatta come sono io essere amato; il quale, se il mio avviso non m’inganna, io reputo il piú bello, il piú piacevole ed il piú leggiadro ed il piú