Pagina:Boccaccio - Decameron I.djvu/240

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236 giornata terza

tengono il luogo che voi tenete, acciò che coloro non portino le pene che non hanno il peccato commesso, ed i peccatori sien puniti. La qual cosa acciò che avvenga in onor di voi ed in male di chi meritato l’ha, io sono qui venuto a voi. Come voi sapete, voi avete rigidamente contra Aldobrandin Palermini proceduto, e parvi aver trovato per vero, lui essere stato quello che Tedaldo Elisei uccise, e siete per condannarlo; il che è certissimamente falso, sí come io credo avanti che mezzanotte sia, dandovi gli ucciditor di quel giovane nelle mani, avervi mostrato. — Il valoroso uomo, al quale d’Aldobrandino increscea, volentier diede orecchi alle parole del pellegrino; e molte cose da lui sopra ciò ragionate, per sua introduzione in sul primo sonno i due fratelli albergatori ed il lor fante a man salva prese: e loro volendo, per rinvenire come stata fosse la cosa, porre al martorio, nol soffersero, ma ciascun per sé e poi tutti insieme apertamente confessarono, sé essere stati coloro che Tedaldo Elisei ucciso aveano, non conoscendolo. Domandati della cagione, dissero, per ciò che egli alla moglie dell’un di loro, non essendovi essi nell’albergo, aveva molta noia data e volutala sforzare a fare il voler suo. Il pellegrino, questo avendo saputo, con licenza del gentile uomo si partí, ed occultamente alla casa di madonna Ermellina se ne venne, e lei sola, essendo ogni altro della casa andato a dormire, trovò che l’aspettava, parimente disiderosa d’udire buone novelle del marito e di riconciliarsi pienamente col suo Tedaldo: alla qual venuto, con lieto viso disse: — Carissima donna mia, rallégrati, ché per certo tu riavrai domane qui sano e salvo il tuo Aldobrandino. — E per darle di ciò piú intera credenza, ciò che fatto aveva pienamente le raccontò. La donna, di due cosí fatti accidenti e cosí subíti, cioè di riaver Tedaldo vivo, il quale veramente credeva aver pianto morto, e di veder libero dal pericolo Aldobrandino, il quale tra pochi dí si credeva dover piagner morto, tanto lieta quanto altra ne fosse mai, affettuosamente abbracciò e basciò il suo Tedaldo; ed andatisene insieme a letto, di buon volere fecero graziosa e lieta pace, l’un dell’altro prendendo dilettosa gioia.