Pagina:Boccaccio - Decameron I.djvu/30

Da Wikisource.
26 giornata prima

ginestra coperta; per che, data l’acqua alle mani, come piacque alla reina, secondo il giudicio di Parmeno tutti andarono a sedere. Le vivande dilicatamente fatte vennero e finissimi vini fûr presti: e senza piú, chetamente li tre famigliari servirono le tavole. Dalle quali cose, per ciò che belle ed ordinate erano, rallegrato ciascuno, con piacevoli motti e con festa mangiarono; e levate le tavole, con ciò fosse cosa che tutte le donne carolar sapessero e similmente i giovani, e parte di loro ottimamente e sonare e cantare, comandò la reina che gli strumenti venissero: e per comandamento di lei, Dioneo preso un leuto e la Fiammetta una viuola, cominciarono soavemente una danza a sonare. Per che la reina con l’altre donne, insieme co’ due giovani presa una carola, con lento passo, mandati i famigliari a mangiare, a carolar cominciarono, e quella finita, canzoni vaghette e liete cominciarono a cantare. Ed in questa maniera stettero tanto che tempo parve alla reina d’andare a dormire; per che, data a tutti la licenza, li tre giovani alle lor camere, da quelle delle donne separate, se n’andarono, le quali co’ letti ben fatti e cosí di fiori piene come la sala trovarono: e simigliantemente le donne le loro, per che, spogliatesi, s’andarono a riposare.

Non era di molto spazio sonata nona, che la reina, levatasi, tutte l’altre fece levare e similmente i giovani, affermando esser nocivo il troppo dormire il giorno: e cosí se n’andarono in un pratello nel quale l’erba era verde e grande né vi poteva d’alcuna parte il sole, e quivi, sentendo un soave venticello venire, sí come volle la lor reina, tutti sopra la verde erba si posero in cerchio a sedere. A’ quali ella disse cosí:

— Come voi vedete, il sole è alto ed il caldo è grande, né altro s’ode che le cicale su per gli ulivi, per che l’andare al presente in alcun luogo sarebbe senza dubbio sciocchezza. Qui è bello e fresco stare, ed hacci, come voi vedete, e tavolieri e scacchieri, e puote ciascuno secondo che all’animo gli è piú di piacere diletto pigliare. Ma se in questo il mio parer si seguisse, non giucando, nel quale l’animo dell’una delle parti convien che si turbi senza troppo piacere dell’altra o di chi