Pagina:Boccaccio - Decameron I.djvu/341

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chiusa 337

attaccar l’uncino alla cristianella di Dio, ed ella, per essere meglio udita, non ne fu punto schifa; e dal macinío levatasi, disse: — Messere, voi avete qui Ruggeri d’Aieroli preso per ladro, e non è cosí il vero. — E cominciatasi dal capo, gli contò l’istoria infino alla fine, come ella, sua amica, in casa il medico menato l’avea e come gli avea data bere l’acqua adoppiata, non conoscendola, e come per morto l’avea nell’arca messo; ed appresso questo, ciò che tra il maestro legnaiuolo ed il signor dell’arca aveva udito gli disse, per quello mostrandogli come in casa i prestatori fosse pervenuto Ruggeri. Lo stradicò, veggendo che leggèr cosa era a ritrovare se ciò fosse vero, prima il medico domandò se vero fosse dell’acqua, e trovò che cosí era stato; ed appresso, fatti richiedere il legnaiuolo e colui di cui stata era l’arca ed i prestatori, dopo molte novelle trovò li prestatori la notte passata aver l’arca imbolata ed in casa messalasi. Ultimamente mandò per Ruggeri, e domandatolo dove la sera dinanzi albergato fosse, rispose che dove albergato si fosse non sapeva, ma ben si ricordava che andato era ad albergare con la fante del maestro Mazzeo, nella camera della quale aveva bevuta acqua per gran sete che avea: ma che poi di lui stato si fosse, se non quando in casa i prestatori destandosi s’era trovato in un’arca, egli non sapea. Lo stradicò, queste cose udendo e gran piacer pigliandone, ed alla fante ed a Ruggeri ed al legnaiuolo ed a’ prestatori piú volte ridirle fece. Alla fine, conoscendo Ruggeri essere innocente, condannati i prestatori che imbolata avevan l’arca in diece once, liberò Ruggeri; il che quanto a lui fosse caro, niun ne domandi: ed alla sua donna fu carissimo oltre misura. La qual poi con lui insieme e con la cara fante, che dare gli aveva voluto delle coltella, piú volte rise ed ebbe festa, il loro amore ed il loro sollazzo sempre continuando di bene in meglio; il che vorrei che cosí a me avvenisse, ma non d’esser messo nell’arca.


Se le prime novelle li petti delle vaghe donne avevano contristati, questa ultima di Dioneo le fece ben tanto ridere, e spezialmente quando disse, lo stradicò aver l’uncino attaccato,