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Pagina:Boccaccio - Decameron II.djvu/186

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180 giornata ottava

compar Pietro del Canigiano, tesorier di madama la ’mperadrice di Costantinopoli, uomo di grande intelletto e di sottile ingegno, grandissimo amico e di Salabaetto e de’ suoi; col quale, sí come con discretissimo uomo, dopo alcun giorno Salabaetto dolendosi, raccontò ciò che fatto aveva ed il suo misero accidente, e domandogli aiuto e consiglio in fare che esso quivi potesse sostentar la sua vita, affermando che mai a Firenze non intendeva di ritornare. Il Canigiano, dolente di queste cose, disse: — Male hai fatto, mal ti se’ portato, male hai i tuoi maestri ubiditi, troppi denari ad un tratto hai spesi in dolcitudine: ma che? Fatto è; vuolsi vedere altro. — E sí come avveduto uomo, prestamente ebbe pensato quello che era da fare ed a Salabaetto il disse; al quale piacendo il fatto, si mise in avventura di volerlo seguire. Ed avendo alcun denaio ed il Canigiano avendonegli alquanti prestati, fece molte balle ben legate e ben magliate, e comperate da venti botti da olio ed empiutele, e caricato ogni cosa, se ne tornò in Palermo: ed il legaggio delle balle dato a’ doganieri e similmente il costo delle botti, e fatto ogni cosa scrivere a sua ragione, quelle mise ne’ magazzini, dicendo che infino che altra mercatantía la quale egli aspettava, non veniva, quelle non voleva toccare. Iancofiore, avendo sentito questo ed udendo che ben dumilia fiorin d’oro valeva, o piú, quello che al presente aveva recato, senza quello che egli aspettava, che valeva piú di tremilia, parendole aver tirato a pochi, pensò di restituirgli i cinquecento, per potere avere la maggior parte de’ cinquemilia: e mandò per lui. Salabaetto, divenuto malizioso, v’andò; al quale ella, faccendo vista di niente sapere di ciò che recato s’avesse, fece maravigliosa festa, e disse: — Ecco, se tu fossi crucciato meco perché io non ti rendei cosí al termine i tuoi denari? — Salabaetto cominciò a ridere, e disse: — Madonna, nel vero egli mi dispiacque bene un poco, sí come a colui che mi trarrei il cuor per darlovi, se io credessi piacervene: ma io voglio che voi udiate come io son crucciato con voi. Egli è tanto e tale l’amor che io vi porto, che io ho fatto vendere la maggior parte delle mie possessioni, ed ho al presente recata qui tanta mercatantía che