Pagina:Boccaccio - Fiammetta di Giovanni Boccaccio corretta sui testi a penna, 1829.djvu/198

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me viva guardarono; ma poi che le perdute forze tornarono, dopo molte lagrime e sospiri, un’altra volta dimandai la dolente balia se così era come avea detto.

E oltre a ciò, ricordandomi quanto cauto essere solesse Panfilo, dubitando non egli si celasse dalla balia, con la quale mai non aveva parlato, aggiunsi che le fattezze di quel Panfilo, col quale ella era stata in ragionamento, mi dichiarasse. Ed essa primieramente con saramento affermandomi così essere come detto aveva, ordinatamente e la statura e le fattezze de’ membri, e massimamente quelle del viso e l’abito di colui mi dimostrò; li quali intera fede mi fecero così essere come la vecchia diceva. Per che, cacciata d’ogni speranza, rientrai ne’ primi guai, e levata, quasi furiosa, le liete robe mi trassi, e li cari ornamenti riposi, e gli ordinati capelli con inimica mano trassi dell’ordine loro, e senza niuno conforto a piagnere cominciai duramente, e con amare parole biasimare la fallita speranza e li non veri pensieri avuti dell’iniquo amante, e in brieve tutta nelle prime miserie tornai, e troppo più fervente disio di morte ebbi che prima; nè da quella sarei fuggita, come già feci, se non che la speranza del futuro viaggio da ciò con forza non piccola mi ritenne.