Pagina:Boccaccio - Filocolo (Laterza, 1938).djvu/34

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30 il filocolo

onore. E che questo sia vero, l’inestinguibile memoria de’ nostri antichi il manifesta, la quale, ah!, quanto dovrebbe crescere il vostro vigore ogni ora che la gran forza d’Orazio Cocle vi torna a mente! Il quale, sí come voi sapete, al tempo che’ toscani entrarono in Roma con grandissime forze, giá essendo per prendere il ponte Sublicio e per passare nell’altra parte della cittá, andato sovr’esso, ritenne la loro potenza con aspri combattimenti infin che ’l forte ponte gli fu di dietro tagliato, e la cittá per quello tagliamento liberata. E similmente Marco Marcello, che assalí i Galli con minor popolo che voi non siete, e tanto oprò la sua forza, che avuta di loro vittoria e morto il loro re, sacrificò le sue armi a Giove Feretrio. E simigliantemente quel che fece Publio Cassio per non esser soggetto ad Aristonico. Oh, quanti e quali esempli de’ nostri antichi si potrebbero porre! E tutti non tanto per sé quanto per la repubblica sostennero gravosi affanni e pericoli. Or dunque noi, che qui per salute di noi medesimi e per l’onore di tutti siamo a sí stretto partito, che dobbiamo fare? Certo piú vigorosamente combattere, anzi che noi, che giá molti servi francammo, divegnamo servi de gli iniqui barbari e siamo da loro vilmente uccisi. Ma perciò che io vi conosco tutti vigorosi giovani e forti combattitori, porto nelle vostre destre mani grandissima speranza di vittoria, aiutandoci la fortuna, e in me molto me ne conforto. Ma se pure avvenisse che gli avversarii fati portassero invidia alle nostre forze, non vi lasciate almeno uccidere sí come fanno le timide pecorelle a’ fieri lupi senza alcuna difesa, ma fate che essi abbiano la vittoria piangendo. E nondimeno vi torni alla memoria che voi in questo loco contro a costoro siete in loco di campioni e forti difenditori della legge del figliuolo di Giove, il quale per trarre noi dell’empie mani di Pluto, nelle quali il nostro primo padre disubbidendo miseramente ci mise, sapete quanto obbrobriosa e crudel morte sostenne! Dunque non pare ingiusta cosa se noi pogniamo in esaltamento della sua legge e per salute di noi medesimi i nostri corpi, i quali s’avvien che muoiano, per la presente morte l’anime meriteranno per-