Pagina:Boccaccio - Filocolo (Laterza, 1938).djvu/38

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34 il filocolo

assimigliare? E quel che piú mi recherebbe pena sarebbe il voler morire e non potere. Ma certo io pur potrei, però che se questo avvenisse, io senza alcuno indugio, in quella maniera che Tisbe segui il suo misero Piramo, cosí la mia anima, cacciata dal mio corpo con acuto coltello, seguirebbe la tua ovunque ella andasse. Ma concedimi questa ultima grazia, acciò che tu privi di molta tristizia la poca vita corporale che m’è serbata: e io, la quale spero d’andare ne’ santi regni di Giove, ti farò fare presto degno loco alla tua virtú». Mentre costei cosí, pietosamente piangendo, parlava, avendo a Lelio quasi tutto bagnato il viso delle sue lagrime, il suo cuore per grave dolore temendo di morire, chiamate a sé tutte l’esteriori forze, lasciò costei in braccio a Lelio semiviva, quasi tutta fredda. E Lelio che la voleva confortare, veggendo questo, sceso del suo cavallo, e presala nelle sue braccia, la portò in un campo quivi vicino, nel quale fatto distendere alcun tappeto, lei a giacere vi pose suso, e raccomandandola ad alquante damigelle di lei, prestamente risalito a cavallo, tornò a’ suoi compagni. Oimè, Lelio, dove ora lasci tu la tua cara Giulia, la quale tu mai non devi rivedere? Deh! quanto Amore si portò villanamente tra voi, avendovi tenuti insieme con la sua virtú tanto tempo caramente congiunti, e ora nell’ultimo partimento non consentí che voi v’aveste insieme baciati, o almeno salutati. Tu vai, o Lelio, al tuo pericolo correndo, ed ella semiviva abbandoni ne’ suoi danni. Oh! quanto le fia gravoso piú il ritornare a sé degli spiriti, i quali vagabondi par che vadano per lo vicino aere, che se mai non ritornassero, perciò che con minor doglia le parrebbe d’essere passata. A’ quali compagni ritornato, Lelio li trovò sí animosi della battaglia per le predette parole, che, poco piú che fosse dimorato, gli avrebbe trovati mossi per andar contra i loro nemici. Ma poi che egli con alcuna dolce paroletta gli ebbe alquanto raffrenati, comandò a un santo uomo, il quale aveva menato con seco per tal volta sacrificare a Giove, che egli prestamente gli rendesse degni sacrificii; e questo fatto, davanti alle sue schiere, sí alto che tutti potevano vedere, voltato a’