Pagina:Boccaccio - Filocolo (Laterza, 1938).djvu/52

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48 il filocolo

stare, alla sopravvegnente notte apparecchiare la tua bella persona alle salvatiche bestie, le quali alla tua salute potrebbero essere contrarie, perciò che vivendo ancora potrai forse riavere il perduto conforto. Levati su, e segui i nostri passi, e non dubitar di venire alli reali padiglioni con le tue compagne, ch’io ti giuro, per quelli iddii ch’io adoro, che, mentre essi mi concederanno vita, il tuo onore e delle tue compagne sani sempre salvo a mio potere, solo che vostro piacer sia. Ora ti leva, non dimorare piú qui, vieni alla presenza del nostro signore, il quale, ancor che dolente sia, veggendo il tuo grazioso aspetto, ti onoreRá come degna donna. Or se noi ti volessimo qui lasciare, non ti spaventariano gli infiniti spiriti de’ morti corpi, spartI per lo piagnevole aere? Non dubiti tu degli scellerati uomini che sogliano essere ne’ tumultuosi eserciti, i quali, trovandoti qui, non si curerebbero di contaminare il tuo onore e delle tue compagne? Deh! vieni adunque, che vedi che io e’ miei compagni per compassione di te righiamo i nostri visi d’amare lagrime». Giulia non faceva altro che piangere; e ben ch’ella fosse molto dolorosa, non per tanto dimenticò la sua anima i cari ammaestramenti della gentilezza, e non volle nell’avversita parere villana a’ divoti prieghi del nobile cavaliere; ma preso con le sue mani un bianco velo, e coperto il palido viso di Lelio e con un suo mantello tutto il corpo, si volse ad Ascalione e disse: «I vostri prieghi hanno sí presa la mia dolorosa anima, che io non mi so mettere al niego di quello che dimandato m’avete. E poi che Iddio e voi mi negate la morte, questa cosa ch’io piú disidero, io m’apparecchio di venire in quelle parti ove piacer vi fia; ma caramente raccomando primieramente me e appresso le mie compagne e ’l nostro onore nelle vostre braccia, pregandovi, per la gentile anima che guida i vostri membri, che come di care sorelle il riserbiate, e non consentiate che di quello, di che le misere anime de’ nostri mariti, rinchiuse ne’ mortali corpi, si contentarono, sciolte da essi si possano ramaricare». E volendosi levare, per la debolezza tra le sue compagne cadde supina. Allora Ascalione teneramente per lo