Pagina:Boccaccio - Filocolo di Giovanni Boccaccio corretto sui testi a penna. Tomo 1, 1829.djvu/346

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la qual cosa sanza grandissimo bene di te non potrà essere -.

Con grandissima pena sostenne Florio le parole dello iniquo re, ma poi ch’egli si tacque, Florio, gittata una grandissima voce, disse: Ahi, malvagio re, di me non padre ma perfidissimo ucciditore, tu m’hai ingannato e tradito! -. E messesi le mani nel petto, dal capo al piè tutta si squarciò la bella roba, e cadde in terra con le pugna serrate, e con gli occhi torti nel viso sanza alcun colore rimaso, risomigliando più uomo morto che vivo. Ma dopo picciolo spazio ritornato in sè, e alzata la testa di grembo alla madre, incominciò a dire: O iniquo re, perchè l’hai uccisa? Che aveva la giovane commesso ch’ella meritasse morte? Tu se’ stato cagione della morte di lei, e ora credi con lusinghevoli parole sanare la piaga che il tuo coltello m’ha fatta, la quale altro che morte mai non sanerà. Ora se’ contento, iniquo re! Omai hai quello che lungamente hai disiderato: ma io ti farò tosto di tal festa tornare dolente! -. E poi ricadde in grembo alla madre tramortito. E così piangendo e battendosi, sanza volere udire alcun conforto da nullo che vi fosse, tutta la notte stette, faccendo piangere chiunque il vedea, tanto era pietoso il suo parlare, che col doloroso pianto mescolato faceva.

Era la misera madre insieme con Florio piangendo, quando il nuovo giorno apparve, e con alcune parole lui confortare non potea. A cui egli disse: Siami mostrato il luogo ove la mia Biancifiore giace sanza anima -. A cui la madre rispose: Come vuoi tu andare in tale maniera a visitare la sepoltura di Biancifiore? Vuoi tu