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146 | IL FILOSTRATO |
C.
Ell’era tale a riguardar nel viso,
Qual’è colei ch’alla fossa è portata;
E la sua faccia, fatta in paradiso,
Tututta si vedea trasfigurata,
La sua vaghezza e ’l piacevole riso
Fuggendosi, l’aveano abbandonata;
E intorno agli occhi un purpurino giro,
Dava vero segnal del suo martiro.
CI.
Il che vedendo Pandaro, ch’avea
Con Troilo pianto il giorno lungamente,
Le lagrime dolenti non potea
Tener, ma cominciò similemente,
Lasciando star quel che parlar volea,
A pianger con costei dogliosamente;
Ma poi ch’ebber ciò fatto insieme alquanto,
Temperò prima Pandaro il suo pianto,
CII.
E disse: donna, io credo ch’abbi udito,
Ma ne son certo, come se’ richesta
Dal padre tuo, e preso è già il partito
Di renderti dal re, sicchè di questa
Semmana ten dei gir, s’ho ’l ver sentito;
E quanto questo sia cosa molesta
A Troilo, appien non si potrebbe dire,
Il qual del tutto in duol ne vuol morire.