ro per sedici re, infino a Numitore, che fu l’ultimo della schiatta d’Enea, regnarono in Alba per ispazio di quattrocentoventiquattro anni: poi essendo di Numitore re nata Ilia, e Amulio fratello di Numitore, più giovane d’età, tolto a Numitore il regno, fece uccidere un figliuolo di Numitore chiamato Lauso: e per torre ad Ilia speranza di figliuoli, la fece vergine Vestale, alle quali era pena d’essere sotterrate vive, se in adulterio fossero state trovate. Nondimeno questa Ilia, comecchè ella si facesse, o con cui ch’ella si giacesse, ella ingravidò, e partorì due figliuoli ad un parto, de’ quali l’uno fu chiamato Romolo e l’altro Remulo: li quali, essendo già per comandamento di Amulio Ilia stata sotterrata viva, furono gittati da persone mandate dal re a ciò, non nel corso del Tevero, al quale perchè cresciuto era non si poteva andare, ma alla riva: e ’l fiume scemato, e essi trovati vivi da una chiamata Acca Laurenzia, moglie d’un pastore del re chiamato Faustulo, furono raccolti e nutricati, niente sapendone il re, e così nominati da Faustulo: li quali cresciuti, ed avendo reale animo, ed essendo pastori, e capitani e maggiori di ladroni e d’uomini violenti, ed avendo da Faustulo sentito cui figliuoli erano; composto il modo tra loro fu l’un di loro preso, e menato davanti dal re, e accusato: e l’altro, attendendo il re ad udire la querela, feritolo di dietro, l’uccise, e a Numitore loro avolo, che in villa si stava, restituirono il reame; ed essi tornatisene laddove allevati erano stati fecero quella città, la qual da Romolo dinominata Roma, divenne donna del mondo; per la qual cosa appare Enea pa-