Vai al contenuto

Pagina:Boccaccio - Il comento sopra la Commedia di Dante Alighieri di Giovanni Boccaccio nuovamente corretto sopra un testo a penna. Tomo I, 1831.djvu/222

Da Wikisource.
202 COMENTO DEL BOCCACCI

ci se noi riguarderem bene, come all’entrare d’ogni cerchio di purgatorio si trova alcuno agnolo, il quale lietamente e cantando conforta chi sale in quello; così ad ogni cerchio d’inferno si trova alcun demonio, il quale orribilmente spaventa chi discende in esso. E così come il monte del purgatorio, quando alcuna anima purgata sale al cielo, tutto trema, e tutti gli spiriti di quello, sentendo il tremore, ed intendendo ciò che significa, da carità mossi, cantano e ringraziano Iddio, che a sè quella anima beata chiama; così in inferno come anime di nuovo vi caggiono, come delle trasportate da Caron feciono, trema tutta la valle d’inferno: per la qual cosa l’anime dannate che ciò sentono, intendendo venire anime ad accrescere la loro tristizia, tutte oltre al dolore usato si contristano e piangono. E così l’autore mostra di volere in questa parte sentire, comechè non sia cosa nuova, le parti intrinseche e cavernose della terra talvolta tremare, per la revoluzione dell’aere che in quelle è racchiuso, e che vuole uscir fuori: che dello spavento, La mente, cioè il ricordarmene, di sudore ancor mi bagna. Suole talvolta agli uomini subitamente spaventati, rifuggire dalle parti esteriori dentro al cuore, sentendolo temere, il sangue: e per questo coloro alli quali questo avviene, rimangono pallidi e deboli, e quasi insensibili: ed esse parti esteriori premute dalla passione della paura, mandano per li pori fuori talvolta un’acqua fredda, la qual noi diciam sudore: e se tosto le parti predette non recuperassero il sangue e le forze loro, caderebbe l’uomo, e parrebbegli venir meno come se egli morisse,