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Pagina:Boccaccio - Il comento sopra la Commedia di Dante Alighieri di Giovanni Boccaccio nuovamente corretto sopra un testo a penna. Tomo I, 1831.djvu/236

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216 COMENTO DEL BOCCACCI

adunque spirituale, come spiritualmente intendere si dee noi per lo peccato divenir servi del diavolo. E quantunque a quelli che in questa forma trapassano in inferno sia licito volendo il poterne uscire, non posson però uscirne per tornarsi addietro per la via donde entrarono; perciocchè per lo peccato non si può di peccato uscire, come quelli farebbono che per quella via n’uscissono per la quale v’entrarono, ma conviensene uscire per la via opposita al peccato, la quale nulla altra è che la penitenza. E a pervenire a questa via, mostra l’autore essergli convenuto tutto l’inferno trapassare, e di quello, per la parte opposita a quella onde v’entrò, esserne uscito. E questa via, se noi riguardiam bene, il conduce a piè del monte della penitenza, dove trova Catone, che a quella il dirizza e sollecita.


CAPITOLO QUARTO.


Ruppemi l’alto sonno nella testa ec.

Nel principio del presente canto, siccome usato è l’autore, alle cose dette nella fine del precedente si continua. Dissesi nella fine del precedente canto, come un vento balenò una luce vermiglia, la quale toltogli ogni sentimento, il fece cadere, come l’uomo il quale è preso dal sonno; perchè nel principio di questo dimostra, come questo suo sonno gli fosse rotto. E dividesi questo canto in due parti: nella prima dimostra come rotto gli fosse il sonno, e come nell’inferno si ritrovasse, nella seconda, procedendo