Pagina:Boccaccio - Il comento sopra la Commedia di Dante Alighieri di Giovanni Boccaccio nuovamente corretto sopra un testo a penna. Tomo I, 1831.djvu/263

Da Wikisource.

SOPRA DANTE 243

il che aspetta alla scienza: e oltre a ciò si dimostra mirabilmente avere adoperato in ciò che alla composizione de’ suoi poemi, o alle parti di quelli si richiede, usando in essi l’artificio di qualunque liberale arte, secondochè le opportunità hanno richiesto. E questo appartiene all’arte non meccanica, ma speculativa; e perciò meritamente queste lode dall’autore attribuite gli sono.

Questi chi sono, c’hanno tanta orranza,

il qual vocabolo per cagion del verso gli conviene assincopare, e dire, per onoranza, orranza, Che dal modo degli altri, li quali per infino a qui abbiam veduti, gli diparte? in quanto hanno alcuna luce, dove quelli che passati sono non hanno. E quegli, cioè Virgilio, disse a me: l’onrata, cioè l’onorata, nominanza, puossi qui nominanza intender per fama:

Che di lor suona su nella tua vita,

nella quale questi cotali, sì nelle scritture degli antichi, e si ancora ne’ ragionamenti de’ moderni raccordati sono: Grazia, singulare, acquista nel Ciel, da Dio, che sì gli avanza, oltre a quelli che senza luce lasciati abbiamo. Intorno alla quale risposta dobbiamo sapere, aver luogo quello che della divina giustizia si dice cioè, che ella non lascia alcun male impunito, nè alcun bene irremunerato; perciocchè questi, de’ quali l’autor domanda, sono genti le quali tutte virtuosamente, ed in bene della repubblica umana, quanto al mortal vivere, adoperarono; ma perciocchè non conobbero Iddio, non fecero le loro buone operazioni per Dio, e per questo non