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Pagina:Boccaccio - Il comento sopra la Commedia di Dante Alighieri di Giovanni Boccaccio nuovamente corretto sopra un testo a penna. Tomo I, 1831.djvu/298

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278 COMENTO DEL BOCCACCI

Roma, dove trionfò de’ Galli e degli Egiziaci, e di Farnace in tre diversi dì. Scrive Plinio in libro de naturali historia, che egli personalmente fu in cinquanta battaglie ordinate, che ad alcun altro Romano non avvenne d’essere in tante: solo Marco Marcello, secondochè Plinio predetto dice, fu in quaranta. E di queste cinquanta, le più fece in Gallia e in Brettagna ed in Germania, nè fuorchè in una, si trovò esser prudente: e di questo potè esser cagione la sua mirabile industria, e la fidanza che di lui aveano coloro li quali il seguivano, li quali non potevano credere sotto la sua condotta, in alcuno quantunque gran pericolo poter perire. E dice il predetto Plinio, sotto la sua capitaneria in diverse parti combattendo, essere stati uccisi de’ nemici dalla sua gente un milione e cento novanta due migliaia d’uomini: nè si pongono in questo numero quelli che uccisi furono nelle guerre nè nelle battaglie cittadine, le quali tra lui e Pompeo e’ suoi seguaci furono; per la qual cosa meritamente dice l’autore, Cesare armato. Fu oltre a ciò costui grandissimo oratore, siccome Tullio, quantunque suo amico non fosse, in alcuna parte testimonia. Fu solenne poeta, e leggesi lui nel maggior fervor della guerra cittadina aver due libri metrici composti, li quali da lui furono intitolati Anticatoni. Fa grandissimo perdonatore delle ingiurie, intantochè non solamente a chi di quelle gli chiese perdono le rimise, ma a molti senza addomandar, di sua spontanea volontà perdonò. Pazientissimo fu delle ingiurie in opere ed in parole fattegli. Fu lussurioso molto; perciocchè, secondochè scrive Svetonio, egli