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Pagina:Boccaccio - Il comento sopra la Commedia di Dante Alighieri di Giovanni Boccaccio nuovamente corretto sopra un testo a penna. Tomo I, 1831.djvu/315

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SOPRA DANTE 295

per questo ancora giovanetto fosse dato da Filippo per maestro ad Alessandro. Poi vogliono lui essere andato ad Atene ad udire filosofia, dove udì tre anni sotto Socrate, in que’ tempi famosissimo filosofo: e lui morto, s’accostò a Platone, il quale le scuole di Socrate ritenne: e sotto lui udì nel torno di venti anni; perchè si per l’eccellenza del dottore, e sì ancora per lo perseverato studio con vigilanza, divenne maraviglioso filosofo; intanto che andando alcuna volta Platone alla sua casa, e non trovando lui, con alta voce alcuna volta disse: l’intelletto non c’è, sordo è l’auditorio. Visse appresso la morte di Platone suo maestro anni ventitrè, de’ quali parte ammaestrò Alessandro, e parte con lui circuì Asia, e parte di quelli scrisse e compose molti libri. Egli la dialettica, ancora non conosciuta pienamente, prima in altissimo colmo recò, e ad istruzione1 di quella scrisse più volumi. Scrisse similmente in rettorica: nè meno in quella apparve facondo2, che fosse alcun altro rettorico, quantunque famoso stato davanti a lui. Similmente intorno agli atti morali, ciò che vedere se ne puote per uomo, scrisse in tre volumi, etica, politica ed economica; nè delle cose naturali alcuna lasciò indiscussa, siccome in molti suoi libri appare: e oltre a ciò passò a quelle che sono sopra natura, con profondissimo intendimento, siccome nella sua metafisica appare: e brevemente egli fu il principio e ’l fondamento di quella setta di filosofi, i quali si chiamano peripatetici. E non è vero quello

  1. instractione.
  2. Facundio.