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Pagina:Boccaccio - Il comento sopra la Commedia di Dante Alighieri di Giovanni Boccaccio nuovamente corretto sopra un testo a penna. Tomo I, 1831.djvu/96

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76 COMENTO DEL BOCCACCI

apparvero. La nona, quello che esso senta per la considerazione avuta, poichè alquanto la paura gli cessò. La decima, quello che noi dobbiam sentire per le tre bestie, le quali lo impedivano al salire al monte: e queste vedute, precederemo alla seconda parte del presente canto.

La prima cosa, la qual dissi si voleva investigare, acciocchè il senso allegorico, nascoso sotto la lettera della prima parte di questo canto1, è quello che il nostro autore voglia sentire per lo sonno, il quale dice, che ricordar non lascia come egli entrasse nell’oscura selva. Ad evidenza della quale è da sapere, che il sonno che alla presente materia appartiene è di due maniere.

L’una è sonno corporale, e l’altra è sonno mentale. Il sonno corporale si può in due maniere distinguere; delle quali l’una è naturale, e puossi dire esser quella la quale naturalmente in noi si richiede in nudrimento, e conservazione della nostra sanità; il quale occupandoci lega e quasi oziose rende tutte le nostre forze, ovvero potenze sensitive, e le intellettive; perciocchè perseverante esso, nè sentiamo nè intendiamo alcuna cosa; di che a’ morti simili divegnamo. Ma poichè la natura ha preso per la sua indigenza quello che l’è opportuno a restaurazione delle virtù faticate nella vigilia, e in conforto della vegetativa virtù, eziandio senza essere da alcuno escitati, da questo per noi medesimi ci sciogliamo: e di questa alcuna cosa più distesamente diremo nel principio del quarto canto del presente libro. L’altra maniera del corporale

  1. Pare che manchi.