Pagina:Boccaccio - Il comento sopra la Commedia di Dante Alighieri di Giovanni Boccaccio nuovamente corretto sopra un testo a penna. Tomo II, 1831.djvu/186

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182 COMENTO DEL BOCCACCI

qual pietra vogliono i dottori, s’intendano i pessimi e malvagi uomini: ed Ezechiello dice: auferam eis cor lapideum, per la quale intendono i dottori la durezza della infedeltà: e il Salmista dice: descenderunt in profundum, quasi lapides; intendendo per questa pietra, il peso e la gravezza del peccato: e però senza por più esempli, potete vedere, com’è detto, una medesima cosa avere diversi sensi e diverse esposizioni; il che come delle figure del vecchio testamento addiviene, così similmente avviene delle fizioni poetiche, le quali significano quando una cosa e quando un’altra. Ora si suole intorno a queste esposizioni spesse volte dire per i laici, la Scrittura avere il naso di cera, e perciò i predicatori e i dottori, secondochè lor pare, torcerlo ora in questa parte e ora in altra: la qual cosa non è vera, perciocchè la Scrittura di Dio non ha il naso di cera, anzi l’ha di diamante, del quale non si può levare, nè vi si può appiccare alcuna cosa, nè si può rintuzzare, siccome quella la quale è fondata e ferma sopra pietra viva, e questa pietra è Cristo: ma puossi piuttosto dire, questi cotali avere il cuore, lo intelletto e l’ingegno di cera, e perciò vedere con gli occhi incerati; e come son fatti eglino pieghevoli ad ogni dimostrazione vera e non vera, così par loro sia fatta la Scrittura; non conoscendo, che la varietà de’ sensi è quella che n’apre la verità nascosa sotto il velo delle cose sacre, la quale noi aver non potremmo se sempre volessimo ad una medesima cosa dare un medesimo significato. Non si dovranno alcuni maravigliare, se in altra parte Cerbero significò il