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140 COMENTO DEL BOCCACCI

dano di recitarla essi in propria persona, ma inducono alcuno altro, e a lui siccome quello cotale ch’è indotto tenesse, la fanno raccontare; il che Virgilio fa in alcuno luogo, perciocchè volendo d’una opinione la quale esso non teneva esser vera compiacere a’ Romani, i quali al suo tempo erano nel colmo della loro grandezza, egli nel primo libro dell’Eneida induce Giove, non quel Giove il quale esso alcuna volta vuole intendere per lo vero Iddio, ma quello che i gentili scioccamente credevano essere Iddio, e dice, che parlandogli Venere sua figliuola, e madre d’Enea, siccome sollecita degli avvenimenti d’Enea, il quale era dalla fortuna del mare, volendo venire in Italia, dove dovea essere il regno di lui e de’ suoi successori, trasportato in Cartagine, tra l’altre cose le risponde così:

His ego nec metas rerum, nec tempora pono:
Imperium sine fine dedi etc.

E non si cura Virgilio di far mentitore costui, il quale egli avea per Iddio falso e bugiardo: ma in quelle parti, ove essi vogliono quello che essi estimarono esser vero, essi in propria persona il profferano, siccome Virgilio medesimo fa sopra questa medesima materia dell’imperio de’ Romani, toccando alcuna cosa intorno alla fine del secondo della Georgica, dove dice:

Illum non populi faces, non purpura Regum Flexit etc.
Non res Romanae, perituraque regna, supple, Romana etc.

Il quale imitando l’autore, come in assai altre cose fa, fa a questo spirito dannato raccontare questa opinio-