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170 | LA TESEIDE |
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Qua’ fosser poi fra loro i due fratelli
D’Edippo nati non cal raccontare;
Il fuoco fe’ testimonianza d’elli,
Nel qual fur messi dopo il lor mal fare;
E ’l misero Creonte dopo quelli
Molto non s’ebbe di Bacco a lodare;
Or resta sopra noi, ch’ultimi siamo
Del teban sangue, insieme ci uccidiamo,
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Ed e’ mi piace, poi che t’è in piacere,
Che pure infra noi due battaglia sia:
I’ sarò presto a fare il tuo volere;
Ma pria mi lascia addobbar l’arme mia,
E ripigliare lo mio buon destriere,
Quindi farem tutto ciò che disia
La mente folle che sì ti consiglia;
Piangasi il danno a cui di ciò mal piglia.
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Isnellamente Penteo si fu armato,
Se forse alcuna cosa gli mancava,
Ed ebbe tosto il caval ripigliato,
E destramente sopra vi montava,
E in verso Palemon si fu voltato,
Che fiero e tutto ardente l’aspettava,
E sì gli disse: omai, come ti piace,
Prendi con meco o vuo’ guerra, o vuo’ pace.