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108 | ninfale fiesolano |
XLII.
Ella il baciò, e disse: o amor mio,
Io non so qual destino o qual fortuna
Vuol pur ch’io faccia tutto il tuo disio,
Nè vuol ch’io faccia più difesa alcuna
Contra di te, e però m’arrend’io,
Come colei che non ha più nïuna
Forza a poter contastare ad Amore,
XLIII.
Però farai omai ciò che ti piace,
Che tu puo’ far di me ciò che tu vuoi,
Poich’i’ ho perduto ogni mia forza audace
Contro ad Amore, e contro a’ preghi tuoi:
Ma ben ti prego, se non ti dispiace,
Che poi ne vadi il più tosto che puoi,
Che mi par esser tuttavia trovata
XLIV.
Senti Affrico allora gran letizia,
Udendo che di ciò era contenta,
E donandole baci a gran dovizia,
A quel che bisognava s’argomenta;
Più da natura che da lor malizia
Atati s’alzar su le vestimenta,
Facendo che lor due parevan uno,
Tanto natura insegnò a ciascheduno.