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parte settima | 141 |
III.
Avvenne adunque in questi giorni un die,
Ch’alla caverna sua Mensola stando,
Per tutto il corpo doglie si sentie,
Perchè la Dea del parto allor chiamando,
Un fantin maschio quivi partorie,
Il qual Lucina di terra levando
Gliel mise in collo, e disse: questi fia
IV.
Come che doglia grande e smisurata
Mensola avea sentita, come quella
Ch’a tal partito mai non era stata,
Veggendo aversi fatta una sì bella
Creatura, la pena fu alleggiata,
E subito gli fece una gonnella
Com’ella seppe il meglio, e poi lattollo,
V.
Il fantin era sì vezzoso e bello,
E tanto bianco, ch’era maraviglia:
Il capo com’or biondo e ricciutello,
E in ogni cosa il padre suo simiglia
Sì propriamente, che pare a vedello
Affrico ne’ suoi occhi e nelle ciglia,
E tutta l’altra faccia sì verace,
Che a Mensola per questo più le piace.