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142 | ninfale fiesolano |
VI.
E tanto amore già posto gli avea,
Che di mirarlo non si può saziare:
A Sinedecchia portar nol volea
Per non volerlo da sè dilungare,
Parendo a lei, mentre che ’l vedea,
Affrico veder proprio, ed a scherzare
Cominciava con lui e a fargli festa,
VII.
Dïana avea più volte domandato
Quel che di Mensola era le compagne:
Fulle risposto, da chi l’era allato,
Che è gran pezzo che ’n quelle montagne
Veduta non l’aveva in nessun lato.
Altre dicean, che per certe magagne,
E per difetto ch’ella si sentia,
VIII.
Perchè un dì, di vederla pur disposta,
Perchè l’amava molto e tenea cara,
Con tre ninfe sen gì a quella costa
Dove la sventurata si ripara,
E giunte alla caverna senza sosta,
Dinanzi all’altre Dïana si para,
Credendola trovar, ma non trovolla,
Perchè a chiamar ciascuna incominciolla.