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parte settima | 147 |
XXI.
Quando Dïana ta’ parole intende,
Come Mensola stata era tradita,
Alquanto del suo mal pietà le prende
Perchè l’amava assai quand’era in vita:
Ma perchè l’altre da cotai faccende
Si guardasson, mostrossi incrudelita,
E disse a Sinedecchia, che facesse
XXII.
Poi si parti colla sua compagnia,
E a Sinedecchia quel fanciul lascioe,
La qual, poscia che vide andata via
Dïana, tostamente s’invioe
Con esso in collo, e ’n quelle parti gìa
Ove Mensola bella l’acquistoe,
Che ben sapea per tutto ogni riviera,
XXIII.
E già aveva da Mensola udito
Come avea nome quel che la sforzone,
E più da lei ancora avea sentito,
Quando partissi, in qual parte n’andone;
Perchè considerato ogni partito,
Estimò troppo ben che quel garzone
In quella valle stesse, ove sedeva
Una casetta che fumo faceva.