Pagina:Boccaccio - Ninfale fiesolano di Giovanni Boccaccio ridotto a vera lezione, 1834.djvu/186

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16 a m. pino de’ rossi

da volere! E massimamente pensando che come voi con loro, così essi con voi continuamente dimorano, e dolendosi de’ vostri casi con ragioni più utili che forse le mie non sono vi confortano. E oltre a ciò quello assenti adoperano che per avventura voi presente non potreste adoperare. Senzachè, pure alquanto più evidentemente questa presenza addimandate, la natura con onesta arte ci ha dato modo di visitarci, cioè con lettere, le quali in poco inchiostro dimostrano la profondità de’ nostri animi, e la qualità delle cose emergenti ed opportune ne fanno chiara. Perchè se co’ vostri piedi là dove i vostri amici sono andare non potete, fate che le dita vi portino, e in luogo della lingua menate la penna, ed essi a voi il somigliante faranno; e tanto più grate a’ vostri occhi saranno le loro lettere, che non sarebbono le parole agli orecchi, quanto le parole una sola volta udiresti, e le lettere molte potrete rileggere; e così non diviso dagli amici, ma sempre sarete accompagnato.

Sarà, non dubito, chi dirà: forse è possibile a sostenere le gravezze predette, ma l’avere i beni paterni e gli acquistati perduti, de’ quali e a mantenere il cavalleresco onore, e ad allevare la sorgente famiglia si convenia, e il vedersi già vicino alla vecchiezza corpulento e grave, intorniato da moltitudine di figliuoli e di moglie, sono cose da non potere con pazienza portare. O quanto stolta cosa è l’opinione di molti mortali, la quale postergata la ragione, solo al desiderio del concupiscibile appetito va dietro! Utili cose sono le bene adoperate ricchezze, ma molto più l’onesta povertà è portabile, perciocchè ad