Pagina:Boccaccio - Ninfale fiesolano di Giovanni Boccaccio ridotto a vera lezione, 1834.djvu/281

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mi, ed operò sì, che io, il quale avea cominciato a saper vivere sicuro con me, ora quasi straniero a me stesso, incerto qual pendulo, oscillassi in mezzo al periglio. Quale uomo io mi sia tu vedi: spero tamen dabit Deus his quoque finem. Scusa ti prego la prolissità mia, richiesta e dalla rarità delle nostre lettere, e dall’argomento; raccomandami a chi ti piace, e massime al Barbato nostro; sta’ bene anni lunghi, maestro mio. Firenze 13 d’aprile (1353).