Pagina:Boccaccio - Ninfale fiesolano di Giovanni Boccaccio ridotto a vera lezione, 1834.djvu/285

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mente si fa più chiara. E che poss’io offerirgli, porgergli, o regalargli? Niente altro fuor che me solo mi lasciò la matrigna fortuna, ed oh! esser potessi prelibato dono a tanta persona! Ma, a chi dà tutto quello che può, non altro per legge si chiede: son tutto suo. Credo che la mia lunga lettera vi abbia già infastidito assai qual siete in eliconici pensieri occupato; per che non scriverò altro colla presente, e del già detto vi chiedo scusa, se oltrepassai la misura. Ma non di meno vi scongiuro di più per l’amicizia nostra, per la fede amichevole, che se la vostra musa avesse mai cantato qualche cosa di nuovo dopo la partenza mia, facciate sì ch’io lo possa vedere. Conservatevi bene, addio.