Pagina:Boccaccio - Ninfale fiesolano di Giovanni Boccaccio ridotto a vera lezione, 1834.djvu/286

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(GIOVANNI DA CERTALDO) A...


SOLDATO VALOROSO DI MARTE



Se agli afflitti è concesso di poter alto levar delle grida, e con voci toccare le orecchie del sacro Giove: che le vostre accolgano questa lettera mia vi provoco e vi scongiuro con ripetute istanze, cui rispondendo con la solita benignità potranno i vostri mansueti colloquii, se volete, e di volerlo vi prego, in molte maniere un’anima rifocillare, che spasimante delira.

Io dunque suggetto vostro, in tenebre d’ignoranza ravvolto, essere rozzo, inerte, mole indigesta ed informe, vivente senza titolo1 trovandomi tutto ’l corso della mia vita da’ giuochi della fortuna sconquassato, miserabilmente vestito, sempre in tenebrosi andirivieni laberintei, cacciato al fumo stigio di rozza gente con sempre davanti agli occhi il lutto d’agresti villani, udendone i pungenti latrati, pascendomi d’erbe, odo-


  1. La stessa espressione senza titolo si trova nel Decamerone, Giornata 4 pr. ed il Dionisi lo spiegò in senso di senza fine determinato; il che è confermato da questo luogo, come avvertì il ch. Witte.