Pagina:Boccalini, Traiano – Ragguagli di Parnaso e scritti minori, Vol. I, 1948 – BEIC 1771083.djvu/103

Da Wikisource.

delle loro liti, stavano mesti e si morivano di fame: mercé che i meri legisti molti secoli prima da Sua Maestá essendo stati dichiarati puri asini, proibi loro i soavissimi cibi degli studi della teologia, della filosofia, della poetica, dell’astrologia e delle altre saporitissime scienze, delle quali solo si pascono gl’ ingegni piú elevati. Onde gli affamati legisti con grandissima indignitá loro si vedevano andar per le cucine leccando le scudelle, dove agli altri scienziati erano stati imbanditi i potaggi delle belle lettere; e allora fu che gli spiriti elevati aborrirono il sordido studio de’ digesti e del codice, come quello che, solo essendo mirabile per ingrassar un corpaccio di facoltá, conduce gl’ ingegni curiosi a morirsi di febbre etica. Ma sopra tutti gli altri celeberrimo fu il convito fatto da Caio Plinio; al quale essendo intervenuti i piú segnalati letterati che in tutte le scienze abbia Parnaso, a tutti nondimeno, secondo il gusto di ciascheduno, diede lautissime vivande : e tutto che la maggior parte de’ cibi di quello splendido convito fossero carote, tutte però da quell’ ingegno copioso di ogni bene cosi esattamente in mille modi furono condite e imbandite, che da’ convivali con gusto grande furono mangiate per cose vere e lodate per eccellentissime. Il terzo giorno delle feste comparvero in piazza due some di « villanelle » napolitane, frutti della fecondissima Partenope; le quali, per esser venute da quel virtuosissimo clima, dagli affamati ingegni de’ letterati furono subito comperate e divorate: ma perché per la molta lubricitá loro nella maggior parte di quelli che le mangiarono cagionarono molto pericolose dissenterie, subito per ordine de’ signori censori poetici fu proibito il portar piú simili sporcizie in Parnaso. Nel giorno medesimo il soavissimo Tansillo, vestito da ortolano, presentò ad Apollo un cesto di broccoli napolitani ; l’eccellenti lodi de’ quali, con quattro ottave che recitò all’ improviso, talmente esaggerò, che avendo indotto Sua Maestá a gustarli, come prima al sapore egli si avvide ch’erano cavoli ordinari, rivoltatosi ver*o il Tansillo: — Tutta la vostra poetica — disse — non fará mai che i broccoli napolitani altro sieno che cavoli dozzinali, e i cavoli non meritano le lodi di tante chiacchiere. — Poco appresso da un leggiadrissimo villano