Pagina:Boccalini, Traiano – Ragguagli di Parnaso e scritti minori, Vol. I, 1948 – BEIC 1771083.djvu/148

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dubbio alcuno elleno vi saranno date eccellentissime. Ma come gli abiti, cosi le leggi non quadrano in tutte le persone: che troppo gran felicitá la maestá divina avrebbe conceduta agli uomini, se allora che nel mezzo del luglio sono abbruciati dall’araor del sole, fosse lecito loro andar ne’ boschi e scegliervi il maggior platano che vi trovano, per trasportarlo poi nel lor giardino affine di goder l’ombra di lui. La libertá, quasi giovane arbuscello che si pianti tra i popoli, con grandissima difficultá si allieva: mercé che -fa bisogno che perpetuamente ella sia irrigata con nuove leggi, secondo l’occasioni che nascono alla giornata, e che con la scure della severitá della giustizia sia potata. Né in questi casi fa bisogno essere impaziente, percioché non si trova alcuno che goda il meriggio d’un albero grande posto in un suo cortile, che picciola verga da’ suoi bisavi non sia stata piantata prima. Ed è stata volontá- di Dio che gli alberi e le republiche di lunga vita crescano con difficultá e tardi produchino i frutti loro : e la stessa nobilissima pianta della gloriosa libertá veneziana piú che molto penò a farsi tale quale ora la vede il mondo; e quegli antichi che la piantarono, altro non gustarono di lei che fatiche e stenti per elevarla: ora i loro vigesimi nipoti godono la verdura, il meriggio e il fresco di lei. Percioché, ancorché siano passati mille e cento anni ch’ella fu posta in quelle lagune, non è però tanto ch’ella è cosi perfetta e sicura pianta di vera libertá, che non teme l’orgoglio de’ venti de’ prencipi stranieri né il gelo delle domestiche sedizioni. A queste cose, cittadini miei, aggiungete che non tanto le leggi, ancorché prudentissime, e le altre particolaritá che vi ho ricordate, sono quelle che hanno mantenuta, che mantengono e che in una perpetua grandezza manterranno la republica veneziana, quanto il sito mirabilissimo e unico al mondo di quelle sue lagune, che non può dare a noi. Il cuore, il fonte della vita d’ogni stato libero, gl’ intendenti delle cose di stato confessano tutti essere il senato. I valenti schermidori, allora che in pochi colpi voglion atterrar l’ inimico, si sforzano cacciar loro una stoccata nel cuore; e i prencipi che hanno voluto abbattere le republiche, hanno tirati i primi colpi contro la cittá metropoli