Pagina:Boccalini, Traiano – Ragguagli di Parnaso e scritti minori, Vol. I, 1948 – BEIC 1771083.djvu/200

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onorate: volendo che, in questo particolare, altrui servino per sceda le nostre gloriose e dilettissime famiglie Orsina, Caietana, Colonnese. E perché per molti esempi passati chiaramente s’ è venuto in cognizione eh’ il concedere ad un ambizioso libertá di poter maneggiar la penna scrivendo i fatti propri, è un dar la spada ignuda in mano ad un furioso, espressamente comandiamo che ad alcuno non sia lecito di se stesso scriver commentario o vita formata, se egli prima, in forma di deposito, non avrá data idonea sicurtá di contenersi nello scrivere dentro i termini dell’onestá, e se dal nostro collegio istorico non sará dichiarato soggetto tanto eminente, che i suoi fatti per beneficio delle etadi future meritino esser consecrati all’ immortalitá. E per esterminar dal mondo il nefando vizio dell’adulazione, alla quale con infinito dolor nostro veggiamo i nostri virtuosi molto inclinati, espressamente comandiamo che a scrittore alcuno non sia lecito pubblicar vita di qualsivoglia eroe, ancor che prefulgesse d’ imperatoria e reai dignitá, prima che egli sia morto; contentandoci che degli uomini vivi solo si possa far menzione nell’ istorie universali o in un brieve elogio particolare. Di piú, per fuggir le infinite inezie che giornalmente si veggono nell’ istorie di molti, vogliamo, ed espressamente comandiamo che a nessun nostro virtuoso scrittore sia lecito tessere istorie particolari di nazioni straniere, se egli per lo spazio di venti anni continui non averá fatto dimora in quei paesi, le cose de’ quali vuol scrivere. E somigliantemente per la medesima cagione a qualsivoglia virtuoso proibiamo l’ intraprendere l’ importante impresa di scrivere istorie, s’egli non avrá peragrate molte province, se non avrá esercitati i carichi importantissimi di secretario o di consigliere di prencipe grande, o se non sará senatore di qualche famosa republica, e, sopra tutte le cose, per i due terzi degli anni della sua vita non averá praticate le corti. Requisito tanto necessario, che nella nostra biblioteca delfica alcune istorie si leggono scritte da cortigiani, della puritá della lingua e di tutti i piú importanti precetti dell’arte istorica affatto ignoranti; ma per lo cumulo dei precetti politici de’ quali abbondano, tanto salate e fruttuose, che chiaramente hanno fatto conoscere ad ognuno esser particolar