Pagina:Boccalini, Traiano – Ragguagli di Parnaso e scritti minori, Vol. I, 1948 – BEIC 1771083.djvu/215

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perché ultimamente, con diligenza ©squisita avendo studiato il miracolo de’ poeti latini, Virgilio, dell’ infinite bellezze che vi aveva notate, tutte meritevolissime di giammai essere scordate, di pochissime si rammentava. Chiaramente mostrò Sua Maestá che quella nuova instanza l’era stata noiosa; perché con alterazione a lui insolita nelle audienze, nelle quali usa pazienza mirabile, disse a quel letterato che di nuovo tornasse a studiare Virgilio, ché nella seconda lezione molte piú cose sarebbono rimase nella sua memoria, che nella prima. Poi si voltò Apollo verso i circonstanti, e disse che odiosissima gli era l’ impertinenza di alcuni, che, per essersi un solo quarto d’ora fermati in un molino, avrebbono voluto uscirne tutti infarinati, come sono quei molinari che notte e giorno vi stanno tutti gli anni della vita loro.