Pagina:Boccalini, Traiano – Ragguagli di Parnaso e scritti minori, Vol. I, 1948 – BEIC 1771083.djvu/276

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può medicarli: e però il gran Tacito, il quale appo quelli che l’ intendono bene, sempre ha parlato bene, in questo particulare consiglia ognuno « omittere potius prcevalida et adulta vitia, quam hoc ossequi, ut palarti fieret quihus flagitiis impares essemus » ( T ). Quei signori che vogliono atterrare una quercia annosa, scioccamente si consigliano se con la forfice vanno tagliando le piú alte cime de’ rami ; i saggi, come ora faccio io, pongono l’accétta alla radice maggiore. Dico dunque che la riforma tutta del presente secolo sta posta in queste poche parole: «premiar i buoni e punire gli scelerati ». —

Qui tacque Cleobolo; al parer del quale cosi violentemente si oppose Talete milesio, che evidentemente fece conoscere ad ognuno quanto sia cosa pericolosa anco con la veritá offender quelle persone che vivono nel credito della bontá e della prudenza, perché tutto infocato nel volto proruppe in queste parole: — E io e questi altri signori ancora, sapientissimo Cleobolo, poiché come sofistici e chimerosi avete scherniti i pareri nostri, dalla rara prudenza vostra aspettavamo che per curar l’ infermitá de’ presenti mali dalle Indie aveste portato qualche nuovo e miracoloso belzuar, quando per lo piú facile avete proposto il piú, non dico difficile, ma impossibil medicamento che avessero potuto chimerar mai i supremi prencipi delle piú curiose carote, Caio Plinio e Alberto Magno. Non si trova alcuno tra noi, Cleobolo mio, che, prima che fosse ricordato da voi, benissimo non sapesse che la riforma dell’ universo tutta dipende dal premiare i buoni e dal castigar i tristi; ma io domando a voi quali in questo nostro secolo sieno i perfetti buoni, quali i veri tristi, e vorrei sapere se l’occhio vostro scorge quello che finora non ha mai conosciuto altr’uomo vivente, di saper discernere la vera dalla finta bontá. Non sapete voi che gli artifici degli ipocriti moderni son giunti al colmo di tanta perfezione, che in questo nostro infelicissimo secolo quei sono i piú fini scelerati, che altrui paiono piú perfettamente buoni? e che quegli uomini affatto perfetti che vivono con una sincera

(1) Tacito, libro III degli Annali.