Pagina:Boccalini, Traiano – Ragguagli di Parnaso e scritti minori, Vol. I, 1948 – BEIC 1771083.djvu/325

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scordatisi dell’obbligo strettissimo che altri deve alla sua patria, uguale a quello che i figliuoli hanno verso i genitori loro, in aiuto delle barbare nazioni e de’ re stranieri hanno impugnate le armi per porle la vergognosa catena della servitú al piede. All’ infamia poi di soggetti tanto vergognosamente ingrati si aggiungono gli obbrobri e vitupèri che i poeti con ogni sorte di verso satirico, gli oratori con le invettive ogni giorno fanno ad uomini di tanto demerito: tutto affine che per risentimenti tanto severi ognuno impari a fuggire di commettere que’ falli che altrui apportano infamia eterna e acciò gli uomini militari soliti, senza considerare la qualitá del prencipe che servono, a solo correre ove veggono il solido maggiore e piú pronto, cosi svisceratamente con tutto il cuore e con tutta l’anima imparino ad amar la patria loro, che piú tosto che armarle contro, somma caritá stimino uccidere se stessi. Il menante, che prima d’ inviar la gazzetta de’ suoi Ragguagli agli amorevoli suoi avventori, è obbligato portarla alla magnificenza del pretore urbano, non può, come conosce esser suo debito, registrar nelle sue carte quei soggetti italiani che in quelle facciate vergognosamente si veggono dipinti. Ma questo solo gli basta dire, che i posteri de’ capitani che soffrono il castigo di cosi lunga vergogna, allora ch’entrano nel cortile si arrossiscono che i loro passati con bruttezza tanto segnalata abbino diturpate le case loro, e però con straordinaria compunzione di animo perpetuamente si veggono piangere i grandissimi demeriti de’ loro antenati. Questi tanto pregiati signori e per loro stessi e dai maggiori prencipi di questo stato non hanno mai intermesso di fare e far fare uffici caldissimi appresso la serenissima reina d’ Italia, acciò placando l’animo suo giustamente esacerbato, consentisse che quei capitani di alto sangue fossero liberati dalla crudel pena di quell’obbrobrio, e Apollo stesso, a’ prieghi de’ piú virtuosi prencipi italiani di questo stato, caldissimo ufficio ne passò ultimamente con la medesima reina; ma indarno, perché ella di fiero sdegno mai sempre piú accendendosi, con le lacrime che la soverchia ira perpetuamente le manda negli occhi, a quei che la pregavano e alla stessa maestá di Apollo liberamente rispose che le ruine.

T. Bocca lini, Ragguagli di Parnaso - 1.

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