Pagina:Boccalini, Traiano – Ragguagli di Parnaso e scritti minori, Vol. I, 1948 – BEIC 1771083.djvu/339

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i creditori del Trissino: — Ah scelerati ! — disse loro, — dunque con la perdita dell’onore e con la moneta della vergogna volete esser pagati da questo infelice virtuoso? Qual legge è questa che avete allegata, che comanda che altri si spogli del zelo di quella riputazione senza la quale gli uomini sono indegni di vivere al inondo? E se anco tra le piú barbare nazioni che abitino la terra non si trova legge che voglia che per debiti di danari altrui si tolga la vita, come può essere che nello stato mio, dove professo che si viva con esquisitissime leggi, se ne vegga una che altrui levi l’onore, che agli uomini molto piú deve esser caro della stessa vita? E qual fiera piú crudele, qual aspide, qual vipera piú velenosa si trova di colui che ha potuto far la spaventevole risoluzione di gettarsi la sua riputazione dietro le spalle? Le leggi che meritano di esser lodate e obbedite, non solo non spogliano mai l’uomo della preziosa veste dell’onore, ma sommamente amano che chi ne è senza, coi virtuosi sudori si affatichi di farne acquisto : chi la possiede, piú di qualsivoglia ricco tesoro la tenghi cara e ben custodita. — Per queste risentite parole quei creditori grandemente spaventati fuggirono dalla visita.

Onde il Trissino, avendo perciò ripigliato animo, disse ad Apollo che quando Sua Maestá avesse voluto fargli grazia del privilegio di poter crear cavalieri, che con l’ordine di cavalleria che avrebbe dato a’ suoi creditori, era sicuro che quei molto ben soddisfatti si sarebbono chiamati di lui. Con molto suo gusto in un apertissimo riso proruppe Apollo, udita che ebbe la sciocca domanda del Trissino; e gli disse che gravemente gli doleva di vedere ch’egli ogni ora piú si perdeva dietro gli arcigogoli. Replicò il Trissino che la sua domanda non era nuova invenzione, ma cosa usitatissima ; e che la famosissima republica romana prima e poi molti altri signori grandi, che aveano facilissima commoditá di soddisfare i debiti loro a ’danari in contanti, con le corone di gramigna, di alloro e con gli ordini delle cavallerie altrui pagavano obblighi <!i sangue, debiti di servigi lunghi e dispendiosi. Di nuovo sorrise Apollo, e al Trissino disse che egli chimerava, perché chi voleva giungere alla felicitá di vendere