Pagina:Boccalini, Traiano – Ragguagli di Parnaso e scritti minori, Vol. I, 1948 – BEIC 1771083.djvu/358

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i nemici e gl’ interessi tutti de’ prencipi defunti, la strada che cammini tu e che prima fu insegnata da Tacito, che anco con le indignitá fa bisogno forzarsi di fare acquisto della buona grazia di chi domina, è mirabile: ma in uno stato elettivo come è la nostra Polonia, e particolarmente sotto un re vecchio che giustamente si può credere che sia di corta vita, la profession che faccio io di mostrarmi disgustato della corte, è piú sicura in un mio pari. E il ricordo che fu dato agli uomini, che nelle loro azioni si forzassero di esser bollenti o agghiacciati, e che sopra ogn’altra cosa fuggissero la tepidezza, nel vero fu degno di chi lo pubblicò. Que’ primi luoghi di grazia appresso il re nostro, che tirano i soggetti alle prime grandezze di questa corte, tu vedi che di giá sono stati occupati da altri; di modo che non potendo io infocarmi nella buona grazia del re, con fare il mal soddisfatto mi son appigliato all’altro estremo di esser tutto neve : e tu che veggio che non hai fortuna di ardere nella buona grazia del nostro prencipe, e hai in sommo orrore d’applicarti all’altro estremo di gelare nella mala soddisfazione dello stato presente, per esser tiepido, sicuramente ti pronostico che vecchio canuto tal ti partirai da questa corte, quale ci venisti giovane sbarbato. Perché ne’ regni elettivi il nuovo successore ordinariamente essendo nemico degli amici non meno che delle azioni del prencipe passato, i soggetti amorevoli di quel principato sono abborriti come diffidenti, i tepidi fuggiti come inetti : i mal soddisfatti, come amici cari e sicuri istrumenti della perpetua grandezza loro, ansiosamente sono cercati col lanternino e ricevuti sotto il baldacchino di broccato. —